Le piscine sono davvero uno spreco d'acqua?

Sfatiamo il mito

Le piscine vengono spesso criticate come simbolo di lusso e spreco, considerate poco sostenibili soprattutto in tempi di siccità e crescente attenzione alla scarsità idrica. Ma quanta acqua consumano davvero? Sono tra i principali responsabili degli sprechi?

Guardando ai dati a livello internazionale, emerge un quadro più equilibrato: le piscine rappresentano solo una piccola quota dei consumi domestici. Se ben progettate e mantenute, possono addirittura diventare parte di una gestione efficiente e sostenibile delle risorse idriche.

Il quadro generale

Nel mondo, l’uso dell’acqua è dominato dall’agricoltura (≈69%) e dall’industria (≈19%), mentre i consumi domestici rappresentano appena l’8% dell’acqua dolce disponibile.

In Italia, secondo lo Studio di Settore Mercato Idrico 2024 di Assopiscine, le piscine incidono soltanto per lo 0,05% sui consumi totali di tutti i settori. Il comparto, inoltre, sta adottando pratiche sempre più sostenibili, come sistemi di filtrazione a basso consumo e membrane impermeabilizzanti ad alte prestazioni.

In Francia, i dati di Piscine Global indicano che le piscine rappresentano appena lo 0,1% dei consumi idrici nazionali. Negli ultimi decenni, l’uso medio annuo di acqua per piscina si è ridotto drasticamente: dai circa 43 m³ degli anni ’80 ai soli 15 m³ delle installazioni moderne, grazie a design più efficienti e sistemi di manutenzione avanzati.

In Spagna, le piscine private pesano solo tra lo 0,75 e l’1% dei consumi idrici municipali, includendo sia il riempimento che la manutenzione. A titolo di confronto, nel 2022 il consumo medio giornaliero per persona è stato di 128 litri (fonte: Instituto Nacional de Estadística, INE).

Negli Stati Uniti, l’uso esterno dell’acqua – giardini, prati e piscine – rappresenta circa il 30% dei consumi domestici, mentre il restante 70% è destinato all’uso interno (fonte: EPA).

La causa delle perdite: l'evaporazione

Le piscine non sprecano acqua perché devono essere continuamente riempite: la vera responsabile è l’evaporazione.

Uno studio condotto alle Baleari e pubblicato sulla rivista Water (MDPI) ha rilevato che l’evaporazione delle piscine può rappresentare fino al 4,9% dei consumi idrici urbani nella stagione di picco, con perdite fino a 9,6 litri per persona per notte turistica. Questo dimostra quanto siano fondamentali una buona progettazione e l’utilizzo di coperture in climi mediterranei.

Nei grandi impianti pubblici, anche il controlavaggio dei filtri può generare sprechi di milioni di metri cubi d’acqua l’anno, se i sistemi non sono ottimizzati (fonte: IWA).

Progettazione intelligente per ridurre gli sprechi

Gli esperti internazionali e le organizzazioni tecniche raccomandano diverse soluzioni per limitare al minimo le perdite:

  • Coperture termiche e notturne: riducono l’evaporazione fino al 90%.

  • Strutture ombreggianti: abbassano la temperatura dell’acqua e rallentano l’evaporazione.

  • Filtrazione ottimizzata e riduzione dei controlavaggi: evitano perdite inutili.

  • Sistemi di recupero dell’acqua: fondamentali negli impianti pubblici e commerciali.

  • Manutenzione regolare: per individuare e riparare tempestivamente eventuali perdite.

Queste pratiche, promosse da organizzazioni come la US EPA, Coytesa e diversi enti europei e nordamericani, rappresentano la chiave per una piscina sostenibile.

Membrane armate Sopremapool

Se l’evaporazione è un fenomeno naturale, le perdite strutturali non lo sono. Le membrane impermeabilizzanti armate SopremaPool garantiscono una tenuta all’acqua duratura, preservando ogni goccia immessa in piscina.

Grazie alla perfetta impermeabilità, riducono la necessità di rabbocchi frequenti, l’uso di prodotti chimici e i consumi energetici per il trattamento dell’acqua, contribuendo a un ciclo di vita della piscina più sostenibile.