Cortina d'Ampezzo (Belluno): Bivacco Carlo Buffa di Perrero

 

Località

Monte Cristallo, Dolomiti, Cortina d'Ampezzo (Belluno) - Italia

Committente

ANA Associazione Nazionale Alpini

Progettazione/Recupero

Esercito Italiano

Sistema isolante

Pannello XPS su tavolato in larice protetto con lamiera grecata

Soluzione impermeabilizzante

Membrana Bitume Polimero sotto pavimento

Prodotti

EDILTOP

SOPRA XPS CW

ALSAN FOAM EPS/XPS

 

 

Il recupero del Bivacco Buffa di Perrero: un’autentica impresa alpinistica 

Il Bivacco Carlo Buffa di Perrero, a forcella Padeon sul Monte Cristallo, sopra Cortina d’Ampezzo torna ad essere agibile dopo l’intervento di ristrutturazione che ha visto impegnati i militari del VI Reggimento Alpini di stanza a Brunico, assieme ai professionisti dell’isolamento e impermeabilizzazione e ai falegnami che si sono misurati in un’autentica impresa a quasi 3.000 metri di quota.

Il bivacco, intitolato al colonnello degli Alpini Carlo Buffa di Perrero caduto nella Prima guerra mondiale, è addossato a una parete rocciosa, a 2.760 metri di quota.

Fu ricavato dai baraccamenti lasciati dagli Alpini durante quel conflitto. E’ raggiungibile attraverso Il sentiero attrezzato Ivano Dibona, realizzato fra il 1969 e il 1970 per ricordare l’alpinista (nipote di Angelo), simbolo delle guide alpine ampezzane, caduto in montagna l’8 agosto 1968, a soli 23 anni, durante una scalata sulla Cima Grande di Lavaredo, mentre saliva una via segnata dal nonno.

Il bivacco, oltre ad una valenza prettamente alpinistica, ha anche un alto valore storico e simbolico: in occasione del 150° anniversario del Corpo, gli Alpini in armi in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini, hanno varato il progetto per farlo tornare finalmente agibile e utilizzabile.

Ripristinare il Bivacco oltre che una operazione di ristrutturazione edile è stata soprattutto un'impresa alpinistica: vista la sua posizione, infatti, il bivacco è raggiungibile solamente percorrendo la ferrata Dibona oppure con l’ausilio di un elicottero.

Il progetto di recupero

Tutti i lavori sono stati condotti in sicurezza, ma anche sopportando e superando i disagi e le problematiche che qualsiasi conoscitore della montagna può facilmente immaginare.

La sinergia tra gli Alpini del 6° Reggimento, i falegnami, i lattonieri e professionisti dell'impermeabilizzazione e dell'isolamento, ha permesso di ultimare i lavori in sole due settimane. Tutti i materiali sono stati portati in quota con l'ausilio dell'elicottero e le operazioni di ricostruzione sono state realizzate da personale addestrato che si è reso disponibile per un'operazione unica nel suo genere.

Lavorare a quasi 3.000 mt di quota, in un contesto di incomparabile bellezza, ma con innumerevoli difficoltà e rischi, ha comportato un notevole impegno per l'allestimento e la messa in sicurezza del cantiere: una sfida per tutti i protagonisti dell'impresa!

La soluzione adottata

Non esisteva fino ad ora nessuna pavimentazione sul bivacco scavato all'interno della montagna. E' stato quindi realizzato un pavimento in legno costituito da un tavolato in larice da 35 mm fissato su travettatura da 100 mm a diretto contatto con una membrana bitume polimero Ediltop 4 mm applicata direttamente sulla roccia.

Ripristinate le pareti ed i serramenti, la parte più impegnativa del progetto è stata la realizzazione del tetto. Su un tavolato in larice da 25 mm sostenuto da una travatura da 300 mm, è stato fissato un pannello isolante di ultima generazione SOPRA XPS CW da 80 mm, protetto da una membrana traspirante su cui è stato fissata una secondo tavolato in larice da 25 mm.

Per le sigillature è stata utilizzata la schiuma adesiva poliuretanica monocomponente Alsan Foam EPS/XPS.

A completamento dell'opera è stata applicata una lamiera grecata.

Credits: ANA, Esercito Italiano, Curzel Legno, Soprema, F.lli Schiavon

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